Progetto Vivere la Moto


  Considerazioni:

                        
               I numeri che si trovano sui giornali riguardo gli incidenti in moto sono impressionanti,  ma "incompleti"  (per non dire di peggio);  la conta  dei  morti    non  ha  molto  senso se non si include una statistica sulle responsabilità di questi incidenti.   
E' scontato  che  in  un  incidente tra un pedone e un'auto MUOIA il pedone,   tra un ciclista e un'auto MUOIA un ciclista: vogliamo colpevolizzare i pedoni?  I Ciclisti?  Facciamo un'informazione consapevole!

              Si, i motociclisti muoiono,  come gli automobilisti,  i ciclisti,  i dentisti e i commercialisti, ma i motociclisti fanno più notizia e quindi si fa più rumore quando accade. 

              L'ultimo studio del CNEL evidenzia dei dati che sono in netto contrasto con le asserzioni di "criminalità" che ci vengono imputate dai media e dalle istituzioni; smentisce CATEGORICAMENTE che la prima causa di incidenti sia la velocità o la potenza, stabilendo che il 50%  (il 90% nel caso dei ciclomotori)  degli  incidenti  si verificano  a  meno  di 50Km/h e che la causa primaria sia l'impatto con gli autoveicoli  (60%).   Scopriamo anche che il 72,3% degli incidenti avviene in aeree urbane ad alta densità di traffico e dove non si sfreccia certo "come Valentino".

              Mi sembra quindi ovvio concludere che dove ci sono più auto ci sono più incidenti.   Questi sono numeri, ma e' sufficiente passare qualche ora in strada e fare caso ai comportamenti assurdi che si riscontrano da parte di tutti, auto e moto compresi. Però in un incidente tra auto e moto se un  motociclista "sgarra" paga, ma quando sgarra un automobilista, paga sempre e comunque il motociclista.
Così, danno e beffa, il motociclista oltre a pagare lo sbaglio dell'automobilista si vede pure additato da "criminale".


Parliamone:

Sicurezza stradale: parliamo dei guard-rail assassini che a 30Km/h possono  mutilare o uccidere, parliamo del  fondo  dissestato, parliamo della segnaletica orizzontale, parliamo dei dossi fuorilegge, parliamo della vernice scivolosa della segnaletica orizzontale,  parliamo degli autovelox usati per fare cassa e non per prevenire, parliamo delle  forze  dell'ordine  sempre piu'  impegnate  a  cercare  lo  scarico  non omologato e sempre meno a fermare gli automobilisti al telefonino o senza le cinture di sicurezza.

             Oggi, tornando a casa, prestate attenzione al guard-rail accanto alla strada che state percorrendo; vedete quelle travi di sostegno verticali? Immaginate cosa possono fare ad un motociclista dopo una semplice scivolata a 30 km orari:  UN  DISASTRO!

Non c’è limite di velocità o autovelox o tuta in pelle, casco e guanti che possano difenderci da rasoi posti a poco più di un metro l’uno dall’altro; sono centinaia ogni anno i motociclisti che dopo una banale caduta, che potrebbe concludersi con qualche ematoma, finisce all’ospedale O PEGGIO.Eppure basterebbe un pezzetto di gomma a salvarci la vita; ma possibile che la vita di un motociclista valga meno di un pezzetto di gomma?


Educazione stradale: è vero, c'è qualcuno che muore per stupidità, arroganza, presunzione e questi forse non meriterebbero troppe lacrime, ma c'è anche qualcuno che muore e non si sa perché.

  Noi siamo qui per loro e perché ce ne siano sempre meno in futuro e se poi con il nostro lavoro salveremo la vita anche a qualche cretino, che vi devo dire ...   i diritti sono gli stessi per tutti; non possiamo selezionare chi merita di essere protetto e chi no, vi pare?
  E allora bacchettiamo gli stupidi in moto (NB: non ho scritto motociclisti) che usano le strade come un autodromo, ma anche gli automobilisti che considerano lo stop solo una decorazione.
  Parliamo di automobilisti che tirano sigarette accese addosso ai motociclisti, alle code di auto causate dalla curiosità di vedere il ferito nell'incidente, del parcheggio selvaggio dietro le curve, delle inversioni a U per raggiungere l'amico al picnic, parliamo delle portiere improvvisamente aperte, nelle code al mare, senza guardare nello specchietto. 

 Fantaecologia: parliamo delle farse svenduteci come interventi contro l'inquinamento: blocchi del traffico, limitazioni, ticket, aumenti.  

                         Tutti provvedimenti che secondo noi servono solo a fare cassa.              Si bloccano veicoli a benzina che non emettono PM10 (l'unico inquinante oltre la soglia limite) e si permette la circolazione ai mezzi pesanti a gasolio.Non si interviene contro i riscaldamenti a gasolio e carbone.

Si inaugurano distributori a idrogeno per rifornire TRE auto pubbliche a Mantova e non si potenzia la rete di distribuzione del metano, bloccando di fatto la diffusione di veicoli poco inquinanti.
Abbiamo evidenziato, dati ARPAV alla mano, gli effetti nulli dei blocchi regionali e delle limitazioni al traffico sull'inquinamento: come rimedio è stata chiamata Ecopass (vedi Milano) una tassa sulle emissioni, che è solamente un pedaggio.

Tutela economica del motociclista:

Caro assicurazione, caro bollo, autostrade come un SUV ecc..

Sono tutti sintomi di un solo problema:

CI TRATTANO COME MUCCHE DA MUNGERE E SE NE FREGANO DI NOI!.

  Lo stato sa che rincarare il nostro bollo non provocherà reazione.
Le compagnie assicuratrici sanno che rincararci le assicurazioni non provocherà
reazione.
L'ANAS  sa benissimo che tanto siamo 4 gatti a lamentarci per i guard rail.
I politici sanno benissimo che difficilmente avremmo la forza di far sapere
al mondo che le moto "inquinanti" se le  sono sognate dopo la peperonata.

Quindi il problema e' uno solo: noi motociclisti non siamo capaci di mettere inpiazza la nostra forza.

Come ai tempi della scuola i bulli fanno i bulli solo con i più deboli.

  E proprio vero, la maggior parte delle teste sono abituate a lamentarsi ma quando occorre alzarsi per gridare,,,,,non li vedi, nemmeno  lontanamente ....... ...anzi...dicono...anche magari.. e ma si in fondo è giusto.....
E' vero non siamo mai sicuri che un'iniziativa finisca con il restituirci una vittoria, ma almeno ci siamo fatti sentire e più ci faremo sentire, sempre meno troveremo persone che si prenderanno  la responsabilità di mettersi contro i motociclisti, ...siamo un numero esagerato.....guardate lo sciopero dei camionisti ...quanti erano ??  Noi siamo molti di più....

E ancora:
  Parliamone di queste cose che ci toccano da vicino OGNI DOMENICA in qualunque zona delle nostre belle provincie senza fare botteghino con la foto del motociclista "sporco e cattivo" che ha avuto quello che si merita.

... E poi non  vengano  a dire che la spesa sanitaria per questi infortuni e' allucinante: dovremmo quindi far pagare di tasca propria anche i fumatori?   Gli Obesi?  Quelli che hanno avuto malati di cancro in famiglia?  Gli sciatori?  Quelli con la auto veloci?   Gli scalatori?

       Per avere l'assistenza sanitaria si dovrà restare a casa in poltrona mangiando carote, bevendo acqua e con un estintore accanto alla poltrona? Oppure andare in giro in SUV? Una pubblicità radiofonica di un SUV recita : "In città non ci sono regole.." Un bel carro armato con gli interni in pelle .. la legge della giungla.

Ma per favore!

  Siamo consapevoli che la moto possa essere un mezzo pericoloso, specie  se  usato  senza collegare il cervello al polso, ma siamo altrettanto consapevoli di  quanto lo stato,  le amministrazioni  e,  perché  no,  gli automobilisti non facciano poi molto per evitare almeno i rischi esterni.

  Noi non parliamo di abrogare i limiti di velocità o di liberalizzare lo scippo su due ruote, ma parliamo di quei comportamenti che trasformano un motociclista in un bersaglio, di quelle infrastrutture che mutano una stupidissima scivolata in moto, in una tragedia.

Concretizziamo:

   NON SIAMO NATI IERI !

Siamo motociclisti veri, responsabili, con decine di anni di esperienza, con migliaia di km. di asfalto percorsi sulle strade di mezza Europa per la difesa dei diritti dei motociclisti.
Abbiamo fatto tesoro delle esperienze e le vogliamo riproporre in ambito locale per essere davvero a contatto con chi va in moto, sul proprio territorio, materialmente.


Chissà quante volte ti sei chiesto:

“Ma ai motociclisti chi ci pensa? Chi li difende?  Chi si preoccupa dei loro diritti?“


              Ci siamo posti le stesse domande, e ci siamo resi conto che solo organizzandoci autonomamente i motociclisti  potranno  far valere i loro diritti  e  sconfiggere  tutti  quei pregiudizi che sono  all’origine  delle  ingiustizie  e  delle discriminazioni che li colpiscono.


   

                    Puntiamo al raggiungimento di piccoli, ma importanti risultati in ambito locale, soprattutto nel Nord Est, ma con buoni agganci in altre regioni italiane. Puntiamo non alle tessere, non alla vendita di maglie o patches, che pure si potranno fare per sovvenzionare spese legali e battaglie civili, nelle piazze,ma alla risoluzione vera di veri problemi.
             Non vogliamo gridare in piazza ma confrontarci per prima cosa con le amministrazioni locali, chiedere e non imporre, forti di un sostegno dei motoclubs ed associazioni sportivo-dilettantistiche che in alcune zone sta dando buoni risultati, come la correzione di multe “dubbie” o la consapevolezza che anche chi guida due ruote ha dei diritti e dei doveri.


              
Alle fioriture dialettiche preferiamo la scarna concretezza dei fatti.

Come ci stiamo muovendo?   In due fasi.

La prima fase contempla la realizzazione di “azioni dirette” (manifestazioni, azioni dimostrative, sensibilizzazioni),  allo  scopo  di  portare  i  problemi a conoscenza degli organi di informazione e dell’opinione pubblica, cercando di ottenere il consenso e la solidarietà  di  quest’ultima, in genere poco informata su questi argomenti; nella seconda  fase prendiamo contatto con le istituzioni sollecitando incontri e proponendo soluzioni.


Per quanto riguarda la prevenzione vogliamo collaborare con le scuole, dove andare per esporre ai quattordicenni i nostri punti di vista, li metteremo davanti alla cruda realtà della strada e li faremo riflettere; se necessario andremo anche nei circuiti italiani con istruttori riconosciuti. Abbiamo dei contatti con  Associazioni che propongono corsi di guida sicura ai bimbi dall’età di 8 anni su bici appositamente modificate per avere la situazione più realistica possibile, con la leva del freno anteriore dalla parte giusta rispetto alle moto, frenate su terreni bagnati, ghiaiosi, con sconnessioni, ed il tutto seguiti da istruttori abilitati. Una di queste si trova in provincia di Brescia.

              Porteremo avanti la campagna sull'uso di un abbigliamento tecnico adeguato; i ragazzi devono saper riconoscere un buon casco, un buon paraschiena (non ancora obbligatorio per lo Stato, ma per la schiena lo è di sicuro), e cosa sono le normative CEE sulla sicurezza!


              Sosterremo inoltre le iniziative benefiche e altre divertenti, presenzieremo agli eventi promossi in collaborazione con i Comuni e continueremo con i MOTOCLUB E LE ASD; questa è la bellezzadi essere coinvolti in un gruppo attivo, essere informati e aiutare qualcuno che lotta per i diritti dei motociclisti.



              Non abbiamo personale pagato perché siamo tutti volontari, il gruppo si aggiorna di continuo e tiene riunioni nelle sedi dei Motoclubs  aderenti e non alla FMI e delle ASD,; il tempo che doniamo alla prevenzione ed alla diffusione è il nostro regalo alle future generazioni.  .


           Renderemo visibili un numero di cellulare ed un indirizzo internet  per ogni responsabile di zona, in modo da poter essere interpellati in tempi brevi, per poter organizzare incontri senza cadenze fisse ne luoghi fissi, ma itineranti.    Motociclisti, siano essi appassionati di qualsiasi specialità, di qualsiasi marca, di qualsiasi tipo di associazione o tessera ci possono contattare per problemi come denunce da fare alle autorità competenti sullo stato delle strade, su incroci pericolosi, su uscite da parcheggi oscurate da cassonetti, su autovelox fissi senza agente male o poco segnalati, o ancora dove la variazione di velocità è segnalata a meno di un chilometro – 1000 metridall’apparecchio, come prescrive il nuovo Codice della Strada. E quanto può provocare la caduta di chi guida una moto senza sua colpa, ad esempio la bocciardatura in curva o galleria, fatta esclusivamente per le auto e a discapito dei guidatori di due ruote.   

Ogni nostro sostenitore si muove autonomamente, senza una gerarchia vincolante, forte del sostegno degli altri quando eventualmente se ne presentasse la necessità,  Augurando un buon lavoro a tutti, speriamo di arrivare in tempi ragionevoli alla riduzione dei principali pericoli stradali. 
                                      Progetto Vivere la Moto

3 commenti:

  1. Mi è piaciuta la domanda. Ecco perchè dopo qualche anno nel Coordinamento Motociclisti, ho deciso di fondare un Comitato di Coordinamento dei Motociclisti non per fare concorrenza ma per aggiungere qualcosa che mancava. La "libertà di fare" di un volontario e di un gruppo di amici senza vincoli di gerarchia di alcun tipo. Ecco allora il Progetto Vivere la Moto presente all'ultimo Motor Bike Expò con proprio stand e volantini per attirare non un tesseramento "sterile" e fine a se stesso, ma per mettere a frutto questa risposta alla domanda. Ma a chi va in moto chi ci pensa? Come ha dimostrato la FEMA a Bruxelles, solo i motociclisti possono pensare a se stessi, perchè si conoscono. Che senso ha pretendere che un politico in cerca di voti si preoccupi di quali sono i veri problemi di chi va in moto? Vi ricordate la proposta di obbligare in Italia i motociclisti ad usare ginocchiere e tutte le protezioni da Superbike o Motogp e si erano dimenticati le calzature...O la recente proposta francese di obbligare al giubbino rinfrangente giallo poi ridimensionata dalla FEMA nella sola fascia al braccio? Noi ci siamo appena tesserati FEMA perchè se è vero che nel locale conosciamo i problemi della circolazione diversi da zona a zona, facendo le denunce e gli esposti al Difensore Civico quando non siamo ascoltati, per ottenere un pezzo di carta legale sul quale rivalersi in caso di incidente, solo uniti si può sperare di essere ammessi ad un tavolo con la politica.

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  3. RICORSI PER MULTE ARRIVATE OLTRE 90 GIORNI DOPO?
    COPIATE IL MODULO...
    AL PREFETTO DI ......(CITTA')
    Corso ............, N. CIVICO..........
    CAP......- CITTA'
    RICORSO AI SENSI DELL'ART.203 CODICE DELLA STRADA
    Il sottoscritto…………………………………………..……………………..……., nato il………………..………………..
    a.................................................., residente in………………..…………………………………………………...
    e ivi domiciliato per gli effetti del presente atto.
    PREMESSO DI AVER RICEVUTO
    Accertamento di violazione-verbale di contestazione n° …………………………………………….. di
    infrazione del C.d.S. per la presunta violazione …………………………......……………………………………
    Poiché l'accertamento operato appare infondato, illegittimo e ingiustificato, il sottoscritto
    intende proporre ricorso alla S.V. Ill.ma contro il suddetto accertamento-contestazione
    sulla base dei seguenti
    MOTIVI
    Non è stato rispettato il termine previsto dall’art. 201 del cds in merito alla notifica del
    verbale; in particolare il tempo trascorso tra la data dell’infrazione contestata e il
    reperimento delle informazioni (raccolte tramite apparecchiatura elettronica di rilievo) da
    parte dell’Ente è un tempo eccessivo, spropositato e rappresenta un vero e proprio
    eccesso di potere della PA come tale lesiva dei diritti del cittadino.
    Eccesso di potere che si rileva, anche, nella stessa precisazione del verbalizzante laddove
    scrive che il termine per la notifica decorre dalla data dell’accertamento e non
    dell’infrazione; come se la PA volesse eludere il termine imposto e ridotto dal legislatore di
    90 gg per la notifica dell’infrazione e giustificare e legittimare un ritardo di notifica che
    porterebbe di per sé all’annullamento del verbale di infrazione. Su questo tema si è già
    espresso anche il Ministero dell’Interno con nota n° 16968 del 7/11/2014 inviata proprio a
    codesta Prefettura, condividendo le perplessità segnalate proprio in ordine alla prassi
    adottata dal Comune di Milano che qui si contesta.
    Si richiama, pertanto, qui la Sentenza della Corte Costituzionale, n° 198 del 17.6.1996, già
    richiamata dallo stesso Ministero dell’interno, in base alla quale risulta palesemente
    illegittima una interpretazione dell’art. 201 del Nuovo Codice della Strada, quale quella praticata dal Comune di Milano, che abbia la pretesa di far decorrere i termini per la
    notifica della multa dalla data in cui la PA si ponga in grado di provvedere
    all’identificazione del destinatario. In tal modo, dice la Corte Costituzionale “l’inerzia o le
    disfunzioni organizzative della PA vengono a gravare direttamente sul diritto di difesa del
    cittadino”.
    Si evidenzia infine che lo stesso termine previsto dall’art. 201 per la notifica è stato nel
    2010 ridotto dal legislatore dall’orinaria misura di 150gg all’attuale di 90gg proprio in
    quanto termine a difesa, previsto per consentire al cittadino una plausibile possibilità di
    difesa di fronte alla contestazione di infrazione: la prassi che il Comune di Milano pretende
    di poter adottare è palesemente contraria, oltre a che alla citata sentenza, anche alla ratio
    della L. 120 del 29.7.2010 che ha operato tale riduzione. Una simile prassi rende di fatto
    inesistente il termine dettato dall’art. 201 e lascia di fatto la PA, a proprio totale arbitrio,
    vincolata al solo termine di prescrizione quinquennale dettato dall’art. 28 L. 689/81.
    A supporto di tutto quanto sopra evidenziato si richiama anche la recente giurisprudenza
    del Giudice di Pace di Milano (v. Sentenza n°13347 del 20/11/2014).
    Per tutti questi motivi il sottoscritto
    CHIEDE
    che la S.V. Ill.ma, riscontrate l'infondatezza e l'illegittimità dell'accertamento operato,
    Voglia annullare il verbale di accertamento e contestazione impugnato.
    Si allega:
    - verbale di accertamento
    …… LUOGO ……., ….. DATA ……
    ………..…… FIRMA …………………

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